Il turismo nel corso degli ultimi venti anni è diventato uno dei principali fattori di spinta della crescita per molti paesi del mondo e ciò è accaduto grazie all’impatto di diversi elementi che hanno modificato nel profondo il lato della domanda e quello dell’offerta.
Voli low cost, prenotazioni on line, circolazione delle informazioni su internet, hanno consentito un salto notevole sulle possibilità di accesso ai luoghi, andando incontro alla crescente domanda di una classe media formatasi nei paesi emergenti e di recente sviluppo.
Il turismo mondiale, una declinazione molto importante dei processi di globalizzazione, sta crescendo a ritmi sostenuti, modificando su scale diverse il potenziale di attrazione di territori, paesi, regioni e innovando profondamente la capacità degli esercizi ricettivi e delle strutture di accoglienza.
Un riflesso significativo, sul piano dell’offerta, si è avuto nella diffusione del fenomeno degli alloggi in affitto e dei bed & breakfast che è cresciuto intercettando una parte rilevante dei nuovi flussi turistici, sia domestici che internazionali.
In Italia, in particolare, data la diffusione della proprietà delle prime e seconde case e in costanza di una grave recessione, che ha intaccato profondamente non solo le entrate delle famiglie, ma anche le opportunità di lavoro, l’opzione di “mettere a reddito” il patrimonio costituito dalle abitazioni possedute si è rivelata decisiva.
In Sardegna, il fenomeno della diffusione degli alloggi in affitto e dei bed & breakfast ha assunto negli ultimi anni un ruolo importante nel processo di riarticolazione dell’offerta turistica.
Fra il 2014 e il 2017 gli alloggi in affitto (camere, case e appartamenti per vacanze gestiti in forma imprenditoriale) sono cresciuti del 40,1%, con un incremento in termini assoluti di 216 nuove strutture adibite al turismo, portando a 755 il totale complessivo a fine 2017. Se visto dal lato del numero dei letti disponibili, queste strutture hanno oltre 23mila posti, pari al 10,9% di tutti i posti letto presenti negli esercizi ricettivi sardi (alberghi ed esercizi extra-alberghieri). Nel periodo considerato, l’incremento dei posti letto è stato pari al 23,3%, vicino a quanto registrato nel resto dell’Italia (+27,7%).
Altrettanto importante per la Sardegna è stata la crescita dei bed & breakfast. Fra il 2014 e il 2017, questa tipologia di esercizio ricettivo – che si differenzia dalla precedente per essere gestita in forma non imprenditoriale – ha raggiunto la cifra di 2mila 429 unità, su un totale di esercizi extra-alberghieri pari a 3mila 926 e un totale complessivo di esercizi ricettivi (compresi quindi gli alberghi e i residence) vicino alla soglia dei cinquemila. L’incremento in termini assoluti è stato di 213 nuove strutture, che ha comportato una crescita del 9,6% in quattro anni.
Sono invece poco più di 11mila i posti letto disponibili in queste strutture e rappresentano il 5,3% dell’offerta ricettiva sarda, quota questa superiore di quasi due punti a quella che si osserva a livello nazionale (3,5%). L’incremento dei posti letto, fra il 2014 e il 2017 è stato di 9,1 punti percentuali, in questo caso più contenuto se si confronta con quanto registrato nel resto dell’Italia: +2,3%.
Data la rilevanza che oggi rivestono in Sardegna queste due tipologie di esercizio ricettivo – insieme coprono il 65,7% del totale degli esercizi e il 16,2% dei posti letto, con tassi di crescita che non trovano riscontro in altre tipologie di esercizi – è evidente che la loro diffusione ha contribuito a ridisegnare parte del profilo tradizionale di offerta in Sardegna, prima basato sostanzialmente sul ruolo delle strutture alberghiere. E ciò è avvenuto lungo due direttrici.
Da un lato attraverso un processo di upgrading delle strutture alberghiere, spinte dal basso a ricercare nuovi livelli di qualità e di comfort per una domanda sempre più esigente e diversificata:
- fra il 2014 e il 2017, si è potuta osservare una sorta di concentrazione dell’offerta – letta attraverso l’indicatore dei posti letto nelle strutture alberghiere – nel segmento alto, mentre la parte bassa dell’offerta sopporta un progressivo ridimensionamento; gli alberghi “5 stelle” e “5 stelle lusso” rappresentano il 3,5% del totale dei letti nelle strutture alberghiere, ma sono cresciuti del 13,7%; nello stesso periodo gli alberghi a 4 stelle, che rappresentano una quota del 27,2% del totale, sono aumentati dell’1,3%;
- tendono a sparire le strutture a una o a due stelle (si riducono rispettivamente del 21,6% e del 15,0% nel periodo 2014-2017, andando a coprire una quota complessiva di poco superiore all’1%), anche gli alberghi a tre stelle subiscono una netta riduzione, andando a occupare una quota del 13% sul totale, dopo aver sperimentato nei tre anni un calo dell’8,4%;
- aumentano anche le residenze turistico-alberghiere, nel periodo considerato (+8,1%) e occupano attualmente una percentuale pari a 6,7 sul totale della disponibilità dei posti letto nel segmento delle strutture alberghiere.
Dall’altro, attraverso un graduale decentramento dell’offerta e un progressivo coinvolgimento di territori prima lontani dalle direttrici dei flussi turistici. Vince, cioè, una logica più vicina alla valorizzazione di ciò che è esistente e che scongiura le difficoltà e la complessità di insediamenti turistici di ampia dimensione. Il decentramento trova conferma dai seguenti elementi:
- a livello provinciale è Oristano a presentare la percentuale più elevata nella disponibilità di posti letto presso l’extra-alberghiero (68,5%), seguita da Nuoro, anch’essa con un valore superiore al 50%;
- i posti letto presso gli alberghi prevalgono invece nella Città metropolitana di Cagliari (58,3%) e nel Sud Sardegna (55,0%), mentre a Sassari la quota di posti letto presso gli alberghi si attesta al 53,5%;
- in termini assoluti la Sardegna dispone oggi di 918 strutture alberghiere, con circa 110mila posti letto, e 3.926 strutture extra-alberghiere, con 102mila posti letto.
In entrambi i casi si coglie una forte correlazione con la trasformazione della domanda turistica, oggi segmentata e diversificata in tanti “turismi”. L’innalzamento della qualità complessiva dell’offerta e un indubbio processo di avvicinamento delle strutture extra-alberghiere alle modalità organizzative e ai servizi degli alberghi di qualità, possono cogliere gli sviluppi della domanda, oggi molto più che in passato attratta dalla particolarità dei luoghi e dall’originalità delle tipologie di offerta.