Molte delle aspettative di rilancio del turismo – dopo due “anni orribili” per il settore – sono riposte nell’attuazione del PNRR.

Nel Piano, all’interno della Missione 1 – sono previste risorse per la componente C3 “Turismo e cultura 4.0” pari a 6,68 miliardi di euro, di cui 2,4 miliardi strettamente legati al turismo. Le altre risorse della componente C3 riguardano il “Patrimonio culturale per la prossima generazione” (1,1 miliardi di euro), la “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale (2,72 miliardi), l’”Industria culturale e creativa 4.0” (poco meno di 500 milioni di euro).

In realtà, dalla lettura degli obiettivi del Piano riservati alla componente “Turismo e cultura” si rintraccia una forte integrazione delle due linee di intervento e in questo si conferma, per il nostro Paese, la necessità di valorizzare attraverso un turismo sostenibile e di qualità un grande potenziale economico che non ha pari nel resto del mondo.

In particolare, gli obiettivi del Piano si concentrano su:

  • incremento del livello di attrattività turistica e culturale del Paese, attraverso la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali del patrimonio storico-artistico;
  • miglioramento della fruibilità della cultura e dell’accessibilità turistica attraverso investimenti digitali e investimenti volti alla rimozione delle barriere fisiche e cognitive al patrimonio;
  • rigenerazione dei borghi attraverso la promozione della partecipazione alla cultura, il rilancio del turismo sostenibile e la tutela e valorizzazione dei parchi e giardini storici;
  • miglioramento della sicurezza sismica e della conservazione dei luoghi di culto, assicurando il ricovero delle opere d’arte coinvolte da eventi calamitosi;
  • rinnovamento e modernizzazione dell’offerta turistica anche attraverso la riqualificazione delle strutture ricettive e il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi turistici strategici
  • supporto alla transizione digitale e verde nei settori del turismo e della cultura;
  • sostegno alla ripresa dell’industria culturale e creativa.

Gli ambiti di intervento dedicati al turismo sono poi declinati in tre linee di investimento e una riforma strutturale. Le linee di investimento riguardano, nel dettaglio:

  • Hub del turismo digitale (per un importo di 110 milioni di euro). Piattaforma web dedicata, che consenta il collegamento dell’intero ecosistema turistico al fine di valorizzare, integrare, favorire la propria offerta.
  • Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche (importo pari a 1,79 miliardi di euro), con l’obiettivo di affrontare i “nodi irrisolti” del sistema turistico italiano, dalla frammentazione delle imprese turistiche, alla progressiva perdita di competitività in termini di qualità degli standard di offerta, età delle infrastrutture ricettive, capacità di innovare e cura dell’ambiente.
  • Caput Mundi Next Generation EU per grandi eventi turistici (importo pari a 500 milioni di euro), interventi che, a partire da Roma e dai prossimi appuntamenti di attrazione mondiale come il Giubileo, mirano ad estendere le opportunità di accoglienza anche alle altre regioni, “alleviare la congestione delle grandi attrazioni culturali (“over-tourism”), dei principali siti archeologici e musei, ma anche delle chiese dei centri storici”.

Particolare importanza riveste l’oggetto della riforma e che riguarda l’ordinamento delle professioni delle guide turistiche.

Su questo aspetto, l’obiettivo è quello di dare, nel rispetto dell’autonomia locale, “un ordinamento professionale alle guide turistiche e al loro ambito di appartenenza. L’applicazione sistematica e omogenea della riforma permetterebbe di regolamentare i principi fondamentali della professione e di standardizzare i livelli di prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale, producendo un effetto positivo sul mercato. La riforma prevede interventi di formazione e aggiornamento professionale al fine di supportare al meglio l’offerta”.

I concetti chiave che sembrano orientare il complesso degli interventi sul turismo e sulla cultura da parte del Piano possono essere indicati in almeno quattro: rigenerazione del patrimonio culturale e turistico, valorizzazione degli asset, valorizzazione delle competenze distintive, digitalizzazione.

Volendo riportare questo approccio alla realtà della Sardegna, si può riscontrare un ampio grado di coerenza  dei concetti chiave del PNRR con i risultati delle analisi contenute nel progetto START Sardegna e con le riflessioni che da questi risultati sono scaturite. Una lettura congiunta delle survey sulle imprese e sui Comuni, realizzate per il progetto, tende a confermare:

  • il “nesso accoglienza (intesa in maniera estesa, come integrazione di servizi) e valorizzazione” (intesa come consapevolezza della rilevanza e della ricchezza del patrimonio disponibile, sia esso rappresentato da mare e spiagge, oppure da edifici storici o, ancora, da manifestazioni che riproducono tradizioni secolari);
  • l’interiorizzazione del nesso “accoglienza-valorizzazione” sia per le imprese che per le istituzioni locali, e la condivisione di un approccio che, avendo come centro l’esperienza di qualità del cliente, porta alla ricerca di nuove soluzioni tali da produrre un valore aggiunto complessivo, sia per le imprese che per i territori, pur in presenza di vincoli e limiti (il livello di infrastrutturazione, ad esempio);
  • il “destino comune”, che accompagna la strategia di crescita attraverso la leva del turismo, e in particolare del turismo sostenibile, ha bisogno di competenze e professionalità che siano in grado di legare insieme accoglienza e valorizzazione e che siano tali da collocarsi all’interno del paradigma della sostenibilità, gestendo processi finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale che il turismo può provocare.

Nella rilevazione presso le imprese si coglie questo percorso, soprattutto nell’indicazione dei profili professionali potenziali da inserire nei prossimi anni. In questo ambito le risposte delle imprese segnalano un’attenzione a un’area professionale che accomuna figure più tradizionali, come il promotore turistico, la guida e l’accompagnatore, a figure più innovative con competenze più complesse e articolate come il tecnico per lo sviluppo locale, il tecnico responsabile delle aree protette, il tecnico di sviluppo e innovazione di prodotti e servizi turistici.

Allo stesso tempo, i Comuni segnalano l’importanza di far crescere le competenze specialistiche legate al turismo ambientale e culturale e ribadiscono l’importanza di costruire reti con organismi e enti che a livello mondiale sono riconosciuti per la loro focalizzazione sui diversi tematismi del turismo come l’ambiente, l’archeologia, il benessere.